Ciliegiolo blend
![parallax background](https://www.vinociliegiolo.com/wp-content/uploads/2017/01/home_wine2_intro.jpg)
Il Ciliegiolo è spesso utilizzato in blend con altri vitigni, allo scopo di migliorarne la struttura, la complessità aromatica e la longevità.
Gli assemblaggi hanno rappresentato una parte importante della produzione di vini Ciliegiolo, anche se negli ultimi anni si è assistito ad una maggiore attenzione verso i vini monovitigno.
![6](https://www.vinociliegiolo.com/wp-content/uploads/2023/04/6.png)
![2](https://www.vinociliegiolo.com/wp-content/uploads/2023/04/2.png)
L'assemblaggio del Ciliegiolo con vitigni come il Sangiovese, il Colorino, il Malvasia Nera o il Merlot ha consentito di ottenere vini dal colore granato brillante, complessi al naso (con note di frutti rossi maturi, spezie, cuoio e sottobosco) e dal palato robusto, tannico e persistente. La maggiore struttura e complessità aromatica, insieme ad una più marcata longevità, rappresentano i vantaggi principali dei blend.
Tuttavia, negli ultimi decenni si è assistito alla riscoperta e valorizzazione del Ciliegiolo in purezza e, di conseguenza, a una crescente richiesta per i vini monovitigno. In risposta a questa tendenza, i produttori hanno iniziato ad enfatizzare le caratteristiche distintive del vitigno, puntando alla produzione di Ciliegiolo in purezza o con sole varietà a bacca nera a lui affini.
![12](https://www.vinociliegiolo.com/wp-content/uploads/2023/04/12.png)
![10](https://www.vinociliegiolo.com/wp-content/uploads/2023/04/10.png)
Se gli assemblaggi hanno rappresentato storicamente una parte importante della produzione Ciliegiolo, l'attenzione verso i vini monovitigno ha permesso di valorizzare le qualità peculiari di quest’uva, esprimendole in vini dall'identità ben definita e maggiormente riconoscibile. Entrambe le tipologie, blend e vini in purezza, coesistono oggigiorno, ma è indubbio che i secondi abbiano conquistato una crescente considerazione, specialmente tra gli amanti del Ciliegiolo.